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Da dove nasce la tua passione per la vela? 

Il primo che mi ha fatto conoscere questa disciplina fantastica è mio padre e a lui devo gran parte della mia passione, poi io ho preso la mia strada ma è stato lui a farmi sapere che esiste. 

C’è un libro o un film che ti hanno influenzato particolarmente? 

Ho letto le imprese dei più famosi navigatori ma quando leggo le storie di Moitessier e altri del suo tempo mi sembra che facciamo uno sport completamente diverso. Negli ultimi anni la navigazione è cambiata parecchio, la tecnologia aiuta molto e oggi non è più una vera e propria Avventura ma è sempre più uno sport in cui si pensa a navigare il più veloce possibile e a battere i concorrenti e si pensa sempre meno al riuscire ad arrivare dall’altra parte. 

Quando hai capito che navigare in solitario faceva per te? 

E’ iniziato come un gioco, per provare a vedere se me la riuscivo a cavare da solo, anche pensando al caso in cui non posso più fare affidamento al mio equipaggio perché sta male. Miglio dopo miglio incominci a capire come funziona e a capire che il vero limite è quello che impone il tuo corpo e la tua mente. S’impara abbastanza velocemente a preservare le energie e a riposarsi quando si deve, ma controllare la mente è molto più difficile. Essere soli in mare fa emergere insicurezze che non pensavi neanche di avere e in un modo o nell’altro devi imparare a controllarle più o meno bene. Quando con fatica riesci a controllarle anche parzialmente, sei già in cerca di una nuova sfida (mentale). Magari un giorno mi sveglierò e dirò basta, ma per il momento quel giorno mi sembra molto lontano.


Ti interessa di più l’avventura o ti piace proprio la sfida sportiva?

La Mini-Transat sicuramente è un’avventura, un’esplorazione di se stessi, ma non la faccio per questo. La cosa che mi spinge maggiormente è la sfida sportiva.

Che cosa ti fa più paura quando sei in mare?

La cosa che mi faccia più paura è quella di addormentarmi e risvegliarmi con un gran botto perché sono andato a sbattere contro qualcosa. Mi è già successo di addormentarmi stravolto senza aver messo la sveglia e con il pilota automatico in modalità vento, mi sono risvegliato che il vento era girato 180 gradi e nel mentre sono passato molto vicino alla costa. Insomma, un brutto risveglio…

E’ più pericolosa o più imprevedibile la navigazione con il cambiamento climatico? 

Sicuramente negli ultimi anni sono stati osservati fenomeni meteorologici sempre più forti e in periodi diversi dal normale, e il cambiamento climatico è la causa scientificamente più ragionevole ma ciò non vuol dire che la navigazione sia diventata più pericolosa. Tuttavia i modelli matematici che prevedono i fenomeni meteorologici migliorano di giorno in giorno e sono sempre più precisi e ti permettono di prevedere le perturbazioni più grosse a distanza di giorni, se non di settimane. Il che vuol dire che si ha più tempo per posizionarsi su una rotta maggiormente sicura.

Perché la Mini-Transat?

La Mini-Transat è un sogno. Fin da piccolo da quando ho scoperto che esistevano i mini ho sempre sognato di farla. La Transat è l’unica competizione che ti permette di fare una transatlantica in solitario con un budget veramente limitato pur rimanendo una gara competitiva.

In terraferma ci stai bene o pensi al mare?

La verità è che passo il 90% del mio tempo a terra, tra ricerca sponsor, preparazione della barca e lo spostarmi tra un lavoro, mi rimane poco tempo per navigare. Il poco tempo che mi rimane per navigare vale oro e cerco sempre di sfruttarlo al massimo. Il tempo dell’“esco a fare due bordi tranquillamente” è finito da parecchio ed è fondamentale darsi degli obiettivi ad ogni uscita per non perdere tempo. Sì, penso al mare quando sto a terra ma in un modo molto ragionato: quando preparo la barca in cantiere la mia testa è in navigazione e ragiona su quale è il modo migliore per montare/ modificare le parti della barca. Quando sono a terra penso al mare mentre sto preparando una navigazione o mentre sto analizzando i dati di navigazione. 

Perché lo fai? Perché vuoi andare in mezzo all’oceano da solo?

Se ci penso razionalmente, è ovvio che  sia una follia affrontare tutti i sacrifici che faccio per dormire poco, rimanere bagnati per giorni, logorarsi nelle scelte stressanti e rischiare la pellaccia. Ma quando smetti di pensare in maniera logica e invece ascolti le tue emozioni, allora ricevi la risposta che stavi cercando.

Hai un motto? Un portafortuna?

No, forse dovei trovarne uno!